Bonus 200 Euro: manovra economica di lungo o breve periodo?

Normativa e modalità dell’agevolazione

Con l’approvazione del Decreto “Aiuti”, modificato il 5 Maggio u.s., viene programmata l’erogazione di un bonus di 200 Euro di sostegno al reddito. Una misura che ha come ratio sottostante la riduzione del cd. “Cuneo fiscale”, ovvero la pressione fiscale sul reddito, in risposta all’aumento dell’inflazione. Ha quindi la funzione di sostenere i consumi, alla stregua di quanto effettuato con la riduzione delle accise sui carburanti.

Questa misura è rivolta a tutti i lavoratori dipendenti, autonomi e pensionati con reddito sotto i 35.000 annui. Si tratta della classica misura “una tantum” che punta ad attenuare gli effetti negativi dovuti ai rincari di materie prime ed energia.

Per quanto riguarda lavoratori dipendenti e pensionati, l’attuazione di questa misura sarà a carico del datore di lavoro (per i primi) e dell’INPS (per i secondi) in modo automatico.

Più complessa (per così dire) la situazione per gli autonomi per i quali deve ancora essere prevista una modalità di erogazione con uno specifico decreto del Ministro del Lavoro.

Criticità

Come ogni norma che si rispetti presenta la sua peculiare criticità. Essendo erogato in via automatica ai lavoratori subordinati, potrebbe essere erogata anche a dipendenti che superino la soglia prevista. Questo obbligherebbe l’azienda ad erogare un bonus che poi dovrebbe recuperare o in un’unica soluzione o in 8 rate mensili da dicembre 2022. Occorrerebbe quindi una valutazione presuntiva del reddito complessivo annuo prima dell’erogazione del medesimo.

Bonus 200 Euro: che effetti economici avrà?

Abbiamo detto che la ratio di questa norma è evidente: sostenere la possibilità di consumo (come attenuazione dell’inflazione) aumentando artificiosamente il reddito con un bonus spot.

Avrà gli effetti sperati? A mio modesto avviso no.

Sia chiaro, la misura in sé non è totalmente non funzionale. Infatti sostenere, anche se in modo molto limitato, il reddito è sicuramente un modo per evitare contrazioni della domanda aggregata.

Tuttavia, essendo appunto un bonus “una tantum”, non avrà effetti di lungo termine ma solo di breve (brevissimo) termine e non avrà un effetto tangibile sui consumi. A mio parere infatti essendo una misura molto limitata nel tempo non solo non aumenterà (o manterrà stabile) il potere di acquisto ma non sarà nemmeno sufficiente a controbilanciare gli effetti negativi dovuti all’aumento dei costi delle materie prime.

Infine è una misura non equa: una famiglia monoreddito in difficoltà economica riceverà 200€, una famiglia con due o più redditi (sotto soglia) ne riceverà di più pur avendone magari meno bisogno.

Dal mio punto di vista sarebbe stato più funzionale (e più equo) effettuare un intervento deciso (e universale) sui costi di energia: avrebbe sostenuto comunque il reddito di tutti (in base ai consumi, senza creare disparità) e avrebbe garantito una sicurezza in più per la domanda aggregata.

Anche perché a luglio avremo 200€ in più, ma basteranno?